sabato 1 ottobre 2011

Ca' Filissine, la nuova discarica fa paura a chi abita a Balconi: leggete qui...



PESCANTINA. I cittadini si stanno organizzando, temono la bonifica del vigneto Ferrari e la ripresa dei conferimenti 


Anche se i rifiuti saranno inerti la gente non si fida «Chi garantisce che non ci saranno cattivi odori?» «Cosa si troverà nel sito riempito negli anni '80?»

Venerdì 30 Settembre 2011

A Balconi, la prospettiva di una riapertura della discarica di Ca' Filissine con il conferimento di rifiuti speciali che prevede il conferimento di 1,9 milioni di tonnellate rifiuto speciale non pericoloso e senza materia organica per un periodo stimato di 14 anni, desta molta preoccupazione. Il progetto di bonifica e di messa in sicurezza della discarica, che è stato presentato in teatro comunale lunedì dall'ingegner Mario Dall'Acqua elaborato secondo le linee guida del comitato tecnico formato da Regione, Provincia, Arpav e Univerità di Padova, è in questi giorni all'esame della Regione. Dovrebbe servire a trovare la soluzione che porti al dissequestro e alla bonifica della discarica, alla quale sono stati apposti i sigilli dalla magistratura ancira nel 2006. Ma i primi commenti dei cittadini dopo la serata divulgativa vanno tutti nella direzione dell'allarme.  
Fiorella Sartor, insegnante alle scuole medie, abita in via Filissine, una zona a ridosso della discarica: «Da parecchi anni viviamo a contatto con la discarica. La vita in questi 25 anni non è stata facile. A volte era impossibile anche aprire le finestre d'estate, d'inverno, o alla mattina appena svegli. Siamo vissuti in queste situazioni, impossibilitati a far niente».
«Anche allora», precisa la signora, «i tecnici ci avevano dato assicurazioni che non ci sarebbero stati odori. E invece questa è stata una della caratteristiche più costanti della presenza della discarica. Dalla chiusura del 2006 l'aria è stata un po' più respirabile: si può vivere di più all'esterno durante l'estate. La prospettiva della nuova riapertura, con la fase iniziale della bonifica del vigneto Ferrari, costituisce un motivo di seria preoccupazione».  
«E poi non si sa, ad oggi, se questo intervento sarà risolutivo dell'inquinamento. Il vigneto Ferrari è solo una parte di tutta la discarica. Auspichiamo che tra coloro che prenderanno queste decisioni ci sia maggior sensibilità per chi è costretto a vivere in queste condizioni. Il nostro non è un partito preso, ma la consapevolezza di avere già dato abbastanza».
Giuseppe Girelli, pensionato, abita invece in via Postale vecchia: «C'è una grande partecipazione a questo evento. Mi sembra che la frazione di Balconi si stia muovendo per raggiungere un obiettivo importante: la difesa della propria salute e una prospettiva vivibile per la Balconi del futuro». «Alla base di questo sentimento comune», prosegue Girelli, «c'è la paura delle malattie perché nella zona interessata dalla discarica troppi morti ci sono stati per leucemie e tumori alla tiroide. Dopo la serata in teatro si è determinata in tutti una maggiore coscienza che bisogna fare qualcosa».
Alessio Padovani, che abita in via Brennero, assieme ad Andrea Belvedere ha dato vita ad un movimento che si chiama NoiPescantina. «Ci proponiamo», spiega, «come gruppo autonomo di cittadini, fuori dalla politica, che vuole portare all'evidenza dell'opinione pubblica alcune idee per migliorare la vita del nostro territorio. Il nostro modo di fare è quello di produrre progetti fattibili su temi di interesse comune come ambiente, mobilità, energia». E sulla discarica Padovani afferma: «Noi siamo nettamente contrari alla bonifica, così come presentata in teatro comunale. Il concetto stesso di bonifica deve passare per un'opera che metta in sicurezza l'area e non che attenti alla salute dei cittadini. La bonifica dell'ex vigneto Ferrari movimenterà, con migliaia di camion, centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti vecchi di 30 anni, stoccati negli anni'80 e con sistemi che non sono certo quelli attuali. Quindi non sappiamo esattamente cosa c'è lì sotto, non abbiamo idea di quali situazioni si potrebbero innescare, vista in particolare la vicinanza di Ca' Filissine al centro abitato. In più, qui si parla di un disagio temporaneo di 18 mesi, ma chi lo garantisce?». 
Il portavoce di quello che ha tutto l'aspetto di un nuovo comitato civico aggiunge: «Si parla apertamente di uno studio sperimentale fatto di molti se e molti ma, e di condizionali, che non danno certezze. La popolazione è giustamente spaventata. La nostra proposta parte dalla necessità di approfondire la questione della posizione esatta dell'inquinamento del percolato, attraverso la tecnologia dei liquidi traccianti che, se fatta, potrebbe dare risposte certe sulla direzione dell'inquinamento, ed un costo che stimiamo in 50 mila euro, contro i milioni prospettati per la bonifica. In secondo luogo, si potrebbe avviare un sistema di bonifica in loco che permetta di ricavare acqua dal percolato effettuando la decontaminazione di quello attualmente presente in discarica ed eliminando in questo modo gli alti costi del trasporto del materiale contaminato. Questa procedura viene attuata da oltre 20 anni in diverse parti del mondo, Italia compresa».

Lino Cattabianchi

Nessun commento:

Posta un commento