domenica 6 novembre 2011

Alcune osservazioni sul Piano degli interventi a Parona...

Nella serata del 27 ottobre sono state presentate anche le concessioni edilizie e le opere pubbliche previste a Parona dal Piano degli Interventi attuativo del PAT (Piano di Assetto Territoriale). 

Gli interventi sono pubblicati sul sito del Comune:
Per quanto riguarda Parona sono visibili nel documento ATO2 ed uno nell’ATO7.

Ecco alcune riflessioni condivise con i presenti alla serata.

Le relazioni introduttive hanno sottolineato l’aspetto generale forse più critico di questo P.I.: la rinuncia ad una reale pianificazione della città, basata su un progetto coerente. La scelta del come e dove costruire è stata di fatto delegata all’iniziativa privata alle cui richieste è stato detto di sì nel 70% dei casi; in cambio, il Comune conta di ottenere quegli “oneri di urbanizzazione” e quei “contributi di solidarietà” che sembrano essere uno dei pochi modi possibili oggi per “far cassa”.

I progetti forse più impattanti dal punto di vista paesaggistico riguardano la costruzione di diversi nuovi insediamenti abitativi in via Riolfi (schede 123, Ato 2, e 225 Ato 7). Quattro piani saranno edificati proprio davanti all’antica e bellissima Villa Monastero, col rischio che diventi assai poco visibile, e che si snaturi per sempre un contesto davvero pregiato, caratterizzato dall’area verde ancora esistente, da questo monumento storico e dalle colline. 

Forse potrà far piacere ad alcuni commercianti che sia previsto anche, in via Riolfi, un parcheggio alberato. Ma è giusto barattare il rispetto di un patrimonio culturale e naturale con alcuni posti auto? Senza contare che l’utilità del parcheggio sarà neutralizzata dall’uso che ne faranno i nuovi residenti. 

Anche l’allargamento di via Monastero, connesso alla futura cementificazione, è preoccupante; via Monastero è oggi una stradina stretta che porta all'Oratorio ricavato dal parco della villa e, proseguendo, alla zona di Santa Cristina: una via rimasta tranquilla quasi come lo era cent’anni fa, proprio per la relativa accessibilità. L’ampliamento della carreggiata porterebbe inevitabilmente ad un aumento del traffico in questa parte della strada: oggi i bambini possono percorrere tranquillamente a piedi quel tratto… e domani?

Per quanto riguarda gli altri interventi :
  • Scheda 216 ; si tratta dell’area ex Chimica su lungadige Attiraglio. E’ certo positivo che si pensi ad una riqualificazione dell’esistente, attualmente degradato. Ma se adesso l’altezza è di un piano, perché consentirne tre, in quello che dovrebbe essere il Parco dell’Adige? 
  • Scheda 341 ; costruzioni e parcheggi vicini alla scuola materna. E’ noto che anche i parcheggi sono attrattori di traffico. Il più che brevissimo tratto ciclopedonale previsto nel tratto adiacente è evidentemente di dubbia utilità, soprattutto se comparato alla relativa spesa. 
  • scheda 361 – si tratta dell’area attualmente occupata dall’Abital che sarà dismessa e riqualificata; positivo il mantenimento dell’attuale altezza (1 piano) e la cancellazione delle torri direzionali previste dal piano inizialmente redatto dalla precedente amministrazione; 
Per quanto riguarda alcune delle opere pubbliche che sarebbero finanziate grazie alle nuove concessioni edilizie, due interventi attirano maggiormente l’attenzione: 
  • quello che appare più interessante è la riqualificazione dell’ex cimitero di Parona – area tra via Valpolicella e viale Brennero – al costo di 250.000 euro. La sua realizzazione donerebbe al quartiere una bella area verde centrale. Peccato però che una fetta consistente di tale area sia stata recentemente adibita a lavaggio auto: e si sa che, come il diamante ma con meno splendore, il cemento “è per sempre”. 
  • Il sottopasso in Largo Stazione Vecchia, di fronte alle scuole – al costo previsto di 750.000 euro, suscita più perplessità; il progetto nasce dall’esigenza di garantire la sicurezza degli attraversamenti pedonali eliminando contemporaneamente le code di auto che intorno alle 8 vanno dalla Valpolicella verso la città. Dovremmo però innanzitutto chiederci chi ha “diritto di precedenza” nell’utilizzo dello spazio urbano. E perché, se uno spazio è conteso fra auto e pedoni/bambini, si caccino proprio i bambini “sotto terra”. Inoltre, un sottopasso richiede scale: si è pensato agli anziani e a chi ha problemi motori? Si è considerato che proprio per queste caratteristiche spiacevoli e scomode i sottopassi esistenti di solito sono inutilizzati e alla fine vengono chiusi? Così è avvenuto, per esempio, a Porta Vescovo e più recentemente, in Corso Milano. Si è pensato che quello spazio liberato dai pedoni autorizza di fatto gli automobilisti a fare meno attenzione e ad aumentare la velocità? Altre soluzioni sono possibili e meno onerose: l’arch. Galletti suggeriva una seconda rotonda a nord delle strisce pedonali che modererebbe la velocità consentendo la creazione di una piazza traversante. E una rotonda costa un terzo di un sottopasso.


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