Nella serata del 27 ottobre sono state presentate anche le concessioni edilizie e le opere pubbliche previste a Parona dal Piano degli Interventi attuativo del PAT (Piano di Assetto Territoriale).
Gli interventi sono pubblicati sul sito del Comune:
Per quanto riguarda Parona sono visibili nel documento ATO2 ed uno nell’ATO7.
Ecco alcune riflessioni condivise con i presenti alla serata.
Le relazioni introduttive hanno sottolineato l’aspetto generale forse più critico di questo P.I.: la rinuncia ad una reale pianificazione della città, basata su un progetto coerente. La scelta del come e dove costruire è stata di fatto delegata all’iniziativa privata alle cui richieste è stato detto di sì nel 70% dei casi; in cambio, il Comune conta di ottenere quegli “oneri di urbanizzazione” e quei “contributi di solidarietà” che sembrano essere uno dei pochi modi possibili oggi per “far cassa”.I progetti forse più impattanti dal punto di vista paesaggistico riguardano la costruzione di diversi nuovi insediamenti abitativi in via Riolfi (schede 123, Ato 2, e 225 Ato 7). Quattro piani saranno edificati proprio davanti all’antica e bellissima Villa Monastero, col rischio che diventi assai poco visibile, e che si snaturi per sempre un contesto davvero pregiato, caratterizzato dall’area verde ancora esistente, da questo monumento storico e dalle colline.
Forse potrà far piacere ad alcuni commercianti che sia previsto anche, in via Riolfi, un parcheggio alberato. Ma è giusto barattare il rispetto di un patrimonio culturale e naturale con alcuni posti auto? Senza contare che l’utilità del parcheggio sarà neutralizzata dall’uso che ne faranno i nuovi residenti.
Anche l’allargamento di via Monastero, connesso alla futura cementificazione, è preoccupante; via Monastero è oggi una stradina stretta che porta all'Oratorio ricavato dal parco della villa e, proseguendo, alla zona di Santa Cristina: una via rimasta tranquilla quasi come lo era cent’anni fa, proprio per la relativa accessibilità. L’ampliamento della carreggiata porterebbe inevitabilmente ad un aumento del traffico in questa parte della strada: oggi i bambini possono percorrere tranquillamente a piedi quel tratto… e domani?
Per quanto riguarda gli altri interventi :
- Scheda 216 ; si tratta dell’area ex Chimica su lungadige Attiraglio. E’ certo positivo che si pensi ad una riqualificazione dell’esistente, attualmente degradato. Ma se adesso l’altezza è di un piano, perché consentirne tre, in quello che dovrebbe essere il Parco dell’Adige?
- Scheda 341 ; costruzioni e parcheggi vicini alla scuola materna. E’ noto che anche i parcheggi sono attrattori di traffico. Il più che brevissimo tratto ciclopedonale previsto nel tratto adiacente è evidentemente di dubbia utilità, soprattutto se comparato alla relativa spesa.
- scheda 361 – si tratta dell’area attualmente occupata dall’Abital che sarà dismessa e riqualificata; positivo il mantenimento dell’attuale altezza (1 piano) e la cancellazione delle torri direzionali previste dal piano inizialmente redatto dalla precedente amministrazione;
Per quanto riguarda alcune delle opere pubbliche che sarebbero finanziate grazie alle nuove concessioni edilizie, due interventi attirano maggiormente l’attenzione:
- quello che appare più interessante è la riqualificazione dell’ex cimitero di Parona – area tra via Valpolicella e viale Brennero – al costo di 250.000 euro. La sua realizzazione donerebbe al quartiere una bella area verde centrale. Peccato però che una fetta consistente di tale area sia stata recentemente adibita a lavaggio auto: e si sa che, come il diamante ma con meno splendore, il cemento “è per sempre”.
- Il sottopasso in Largo Stazione Vecchia, di fronte alle scuole – al costo previsto di 750.000 euro, suscita più perplessità; il progetto nasce dall’esigenza di garantire la sicurezza degli attraversamenti pedonali eliminando contemporaneamente le code di auto che intorno alle 8 vanno dalla Valpolicella verso la città. Dovremmo però innanzitutto chiederci chi ha “diritto di precedenza” nell’utilizzo dello spazio urbano. E perché, se uno spazio è conteso fra auto e pedoni/bambini, si caccino proprio i bambini “sotto terra”. Inoltre, un sottopasso richiede scale: si è pensato agli anziani e a chi ha problemi motori? Si è considerato che proprio per queste caratteristiche spiacevoli e scomode i sottopassi esistenti di solito sono inutilizzati e alla fine vengono chiusi? Così è avvenuto, per esempio, a Porta Vescovo e più recentemente, in Corso Milano. Si è pensato che quello spazio liberato dai pedoni autorizza di fatto gli automobilisti a fare meno attenzione e ad aumentare la velocità? Altre soluzioni sono possibili e meno onerose: l’arch. Galletti suggeriva una seconda rotonda a nord delle strisce pedonali che modererebbe la velocità consentendo la creazione di una piazza traversante. E una rotonda costa un terzo di un sottopasso.
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