UNIVERSITÀ SENZA ETÀ.
Alloro anche per Pier Giorgio Provolo, 73 anni.
Che confessa: «L'avevo promesso alla mamma».
Meyra Moise, classe 1923, si è laureata anche in Scienze filosofiche dopo Filosofia e Lettere classiche: «Studiare allunga la vita e aiuta a mantenere elastica la mente»
Da L'Arena del 28/03/2012
Verona. Non dev'essere capitato spesso, ai docenti componenti una commissione di laurea, di trovarsi di fronte un laureando… con il doppio dei propri anni. E' accaduto, invece, ieri all'università, dove alla sessione di laurea in Scienze filosofiche si è presentata anche Meyra Moise: una laureanda come le altre, elegantissima per l'occasione e preparata con la tesi fresca di stampa tra le mani, non fosse per la data di nascita: 3 ottobre 1923. Nessun timore, però, per la signora di fronte agli ermellini, grazie a un eloquio da fare invidia ai più disinibiti ventenni nello snocciolare la particolarità della sua tesi: «Francesco Patrizi, l'enciclopedia del sapere». Forse anche perché, a legarla al filosofo oggetto del suo lavoro, non c'è solo la passione dello studio, ma anche un'origine comune. Come Patrizi, infatti, anche Meyra nasce a Cherso, isola oggi croata ma allora italiana. «La sua casa e la mia erano solo a 20 metri di distanza», dice. E come lui vi si allontana da giovane: a soli 24 anni, infatti, nel 1948, è cacciata dai seguaci di Tito e arriva profuga in Italia. Prima a Trieste, poi a Venezia, Udine e Gorizia e infine, nel '54, a Verona dove mette su famiglia con un veronese a Parona. «Ma la nostalgia per tutti noi, nati in quella terra, resta forte», afferma Meyra. E l'elemento di originalità della sua tesi è proprio questo: «Sono convinta che Patrizi, nel descrivere e teorizzare la sua “città felice”, non parlasse di una città ideale, ma si ispirasse proprio a Cherso». Un'intuizione che vale un 110 e lode e i complimenti «per la precisione e l'abbondanza di riferimenti bibliografici del lavoro». Precisione a cui del resto la neolaureata non è nuova: prima di questa laurea magistrale, ha già conseguito nel 2008 la laurea triennale in Filosofia. E a 62 anni prima risale la laurea in Lettere classiche all'università di Padova, che ha dato il via alla sua carriera di insegnante di italiano, latino e greco nei licei e, per 27 anni, alle medie «Catullo». Tanto che ancora oggi dà lezioni private ai ragazzi, «rigorosamente gratis», dice, «perché studiare allunga la vita e aiuta a conservare l'elasticità della mente». E ora, concluso anche questo percorso universitario? «Il rettore vorrebbe che mi iscrivessi a medicina», sorride, «ma sicuramente non passerei il test d'ingresso. Magari mi metterò a studiare l'inglese». «Dopo aver fatto tutte le esperienze lavorative che poteva, è venuta a iscriversi qui perché voleva realizzare un progetto negli anni dopo la pensione», commenta il relatore della tesi, Riccardo Pozzo. «Un esempio vivente di quello che intendiamo per lifelong learning, ovvero formazione continua». E in effetti è sempre meno raro vedere «teste canute» che siedono tra i banchi dell'università, molte delle quali arrivano nei tempi stabiliti alla laurea. A chiudere la lista dei laureandi della giornata di ieri c'era anche Pier Giorgio Provolo, 73 anni, pronto per discutere la sua tesi triennale in Filosofia. «Un argomento politico», spiega. «Sono convinto che il sistema vada cambiato perché ha dimostrato di essere fallito. Auspico invece che, dai pensatori degli atenei, possano uscire indicazioni per una nuova convivenza sociale che non sia basata sul denaro». Come mai, nel suo caso, una laurea in età non più tenera? «L'avevo promesso alla mamma», conclude. «Quando ero giovane mi ripeteva sempre di studiare, ma avevo la passione dell'automobilismo, correvo in Formula 3. Ma grazie alla vita media che si è allungata, ho avuto la fortuna di poter recuperare».
Elisa Pasetto
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