mercoledì 24 agosto 2011

La posta della Olga: leggete qui...


Le rotonde quadrate e le bocce in frigo
Silvino Gonzato


Mercoledì 24 Agosto 2011 

«Al bareto» scrive la Olga «chi vuole giocare alle bocce con questa candelina deve chiedere alla Beresina che le tiri fora dal frigo, così, almànco, par diése minuti i zugadori non si scottano le mane. Dico questo perché el zugo de le boce del bareto, fatto da un'impresa che ha chiamato l'oste Oreste, è stato finito in una settimana, mentre se i lavori fossero stati affidati a un'impresa di quelle che sceglie il Comune, ci sarebbero voluti due anni, sempre che durante lo scavo non fossero saltati fora i ossi di qualche morto antico sennò i tempi si sarebbero raddoppiati».
«A me e al mio Gino ci è venuto da sganassare quando abbiamo saputo che sono state sbagliate le misure della rotonda di Parona che, così come l'avevano fatta, portava le automobili e i camion dritti contro le porte delle case e le vetrine dei negozi, perché l'era massa larga. Ma mentre noaltri sganassiamo, ci sono i negozianti del posto che ostiano perché il cantiere li ha taiati fora dal resto del mondo e come loro stanno ostiando tanti altri negozianti della città e della periferia che, oltre che dalla crisi, sono castigati dalla frégola che ha questa aministrassión de rebaltàr tute le strade e le piasse scoraiando i clienti. El dotór Bugansa dice che deve essere una malattia che ghe ciàpa a quei che da butìni, invece di regalargli libri, i genitori gli compravano schissasassi, betonierete, ruspete e invece che alle giostre li portavano a vedere gli operai con i martelli pneumatici».
«Bella anche la notìssia che da ieri a Parona i vigili ciaperanno par le strasse gli operai che batteranno la fiacca perché i lavori devono essere finiti per il 12 settembre quando cominceranno le scole. "Credo che 'na roba del genere sia un unicum" ha detto il filosofo-psicologo-sociologo Strusa che è tornato dalle vacanze in chèmping a Rovigo. Il mio Gino che di Unicum conosce solo l'amaro, è andato a Parona a vedere se lo davano a gratis. Tornando a casa, ha dovuto aggirare trentadue cantieri e quando ha letto sul giornale che nei prossimi giorni altre strade saranno buttate par aria, ha slargato i brassi sospirando: "L'è proprio la malatìa che el dise el dotór Bugansa”. Verso sera è entrato al bareto el Surla dicendo che una delle due rotonde mancanti di corso Milàn sarà quadrata».

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