sabato 1 ottobre 2011

Balconi non vuole una discarica-bis: leggete qui...




PESCANTINA. Protestano i residenti della frazione alla presentazione pubblica del progetto per la riapertura e la bonifica di Ca' Filissine

Tecnici concordi: rimossi i rifiuti dell'ex vigneto e impermeabilizzato il fondo si conferiranno altri 1,9 milioni di metri cubi di immondizia

Mercoledì 28 Settembre 2011

Balconi dice no alla riapertura della discarica e alla prospettiva di un conferimento di 1 milione 900 mila metri cubi di rifiuti speciali per altri quattordici anni almeno. E' stata una presentazione molto animata, quella del progetto di bonifica e messa in sicurezza del sito di Ca' Filissine, durante la quale la popolazione della frazione di Pescantina e delle zone limitrofe, convenuta in gran numero, ha manifestato la sua netta contrarietà all'ipotesi. 
«Questo progetto», ha esordito il sindaco Alessandro Reggiani, «nasce dall'esigenza di attivare la discarica, sotto sequestro dal 2006 per la presenza di ammoniaca rilevata nel pozzo M7 al confine tra vigneto Ferrari e discarica. In quel momento c'era ancora un potenziale di 1 milione di tonnellate da conferire. Il problema più significativo emerso in questi anni è quello del percolato, i cui costi in cinque-sei anni di inattività dell'impianto sono arrivati a 12-14 milioni di euro: circa 200mila euro al mese solo per l'asportazione e il trattamento. Abbiamo presentato quattro istanze di dissequestro. Tutte rigettate».
Il progetto in questione, presentato a Venezia il 31 maggio scorso, è nato dal Comitato tecnico formato da Provincia di Verona, Regione Veneto, Arpav, Università di Padova. Le linee generali del progetto sono state illustrate dall'ingegner Mario Dall'Acqua. «Il Comitato tecnico», ha spiegato il progettista, «ha individuato quattro poli di contaminazione: a monte della discarica; il malfunzionamento dell'attuale impianto; l'ex vigneto Ferrari; le attività del vigneto. Il progetto nasce per risolvere questi problemi».
Quattro le fasi: «Stabilizzazione dei rifiuti, rimozione dei rifiuti del vigneto Ferrari, riparazione delle eventuali rotture e nuova impermeabilizzazione, ricollocazione dei rifiuti e conferimento di nuovi rifiuti per un totale di 1,9 milioni di metri cubi. E' un impianto diverso da quelli attuali che prevedono una copertura attiva», ha spiegato Dall'Acqua. «Il nuovo impianto prevede tubazioni per il drenaggio e camini di aerazione. Con la bonifica del vigneto Ferrari si creerà un'unica vasca dai due vasi attuali, un unico catino. I capannoni serviranno per il biogas e la cogenerazione».
Gli effetti del'impatto ambientale sono stati illustrati da Emanuele Albrigi, specialmente in relazione ai 350mila metri cubi di rifiuti da movimentare con il ricorso alla tecnica dell'«airflow» per un tempo stimato dai 12 ai 18 mesi. In pratica, i rifiuti vengono aerati e l'ossigeno permette una più rapida trasformazione e stabilizzazione.
Il problema della formazione del percolato è stato affrontato da Sebastiano Chizzali, attuale responsabile dell'impianto per Daneco: «La discarica è divisa in due. Per gravità le acque non possono ricadere all'esterno: l'80 per cento della pioggia finisce nella vasca di accumulo e viene rilanciata al sistema fognario. La quantità rende impensabile l'impermeabilizzazione e l'infiltrazione genera il percolato».
«Resto più che mai convinto», ha concluso il sindaco Alessandro Reggiani, «che la soluzione proposta dal comitato tecnico e tradotta in progetto dall'ingegner Dall'Acqua e dai suoi collaboratori rimane ad oggi la risposta più idonea per far ripartire Ca' Filissine e attenuare i problemi che dobbiamo affrontare ogni giorno e che abbiamo fronteggiato in questi ultimi cinque anni. E' una soluzione di lunga durata che provocherà disagi solo nel primo periodo».
Lino Cattabianchi

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