lunedì 2 aprile 2012

Farmacie, 42 rischiano la chiusura: leggete qui

SANITÀ.
Sotto accusa la nuova norma che a 65 anni manda in pensione il titolare
e costringe a nominare un direttore.
E ora si alza la protesta. Disagi per 63mila veronesi.
Fittà: «Sono più giovane di Monti e Napolitano».
Soprana: «Non posso assumere personale»


Dall'arena del 31/03/2012

Alessandra Soprana, titolare della farmacia di Parona.
Che questo non fosse un Paese per giovani lo dimostrano le numerose ricerche sulla disoccupazione e sul precariato. Ora però il quadro si sta complicando e non poco anche per gli over 60. Non solo per quanti vedono il traguardo della pensione come la linea dell'orizzonte: allontanarsi man mano che ci si avvicina. Ma anche per chi, raggiunti i 65 anni, di lasciare il passo non ne avrebbe alcuna intenzione ma è costretto a farlo da una nuova legge. Accade ai farmacisti titolari di una farmacia che, allo spegnimento della 65a candelina ora si vedono costretti per legge ad abdicare a favore di un direttore responsabile. Si tratta, nello specifico, delle interpretazioni ministeriali contenute nel parere dell'Ufficio legislativo del Ministero in merito al decreto legge sulle Liberalizzazioni, approvato la scorsa settimana, e in particolare in alcuni commi dell'art. 11, che trattano gli aspetti di pianta organica e il limite d'età del direttore di farmacia. Il testo prevede, in sintesi, che dai 65 anni in poi il titolare della farmacia non può più esserne anche il direttore responsabile ma dovrà nominarne un altro. Una normativa in netta controtendenza rispetto alla logica dell'innalzamento dell'età pensionabile. E quasi ironica se si considera che molte delle persone che hanno pensato e votato questa norma nelle stanze dei bottoni hanno superato i 65 ormai da un pezzo. Di fatto, denuncia Federfarma Verona, comporta il rischio di chiusura immediata per 42 farmacie con la conseguente perdita del servizio per circa 63mila cittadini dell'intera provincia. E a livello regionale, i numeri lievitano fino a 274 farmacie. Il problema tocca più da vicino quelle realtà minori, a conduzione familiare, dove spesso il farmacista è l'unico professionista in organico all'attività. E dove, quindi, nominare un direttore responsabile, che dev'essere ovviamente laureato in farmacia e quindi remunerato di conseguenza con l'indennizzo del carico di responsabilità, significa assumere nuovo personale. E c'è chi non può permetterselo e si vede costretto a valutare la cessione dell'attività. O che, semplicemente, non accetta di «essere bollato come rincretinito al punto da non poter dirigere la propria farmacia. Entro poco dovrò dimettermi, da responsabile ma non da titolare, e nominare un direttore. Lo trovo profondamente ingiusto: ho ancora molto da dare. Si tratta di una riforma ridicola che si tradurrà per noi in una spesa in più e in nulla per i clienti. Come è ovvio il cambiamento sarà infatti solo di forma, non di sostanza. La farmacia rimane mia, come è stata per generazioni della mia famiglia, e la dirigo io», si sfoga Marcello Fittà, 67 anni, farmacista titolare di farmacia a San Giovanni Lupatoto. «E pensare che chi ha deciso questo è sicuramente più vecchio di me: Monti che sta salvando l'Italia, dice, ha 69 anni. Per non parlare del presidente della Repubblica che ne ha addirittura 86». Diversa la situazione per Alessandra Soprana, titolare della farmacia di Parona. «Ho comprato la farmacia 9 anni fa e devo ancora finire di pagarla. E ora mi dicono che fra poco non sarò più in grado di dirigerla? Allucinante. Sono l'unica farmacista che lavora qui e assumerne un altro sarebbe troppo oneroso. Spero vivamente che questa rotta venga invertita». «Secondo il Ministero, in caso di non ottemperanza, la farmacia dovrà essere chiusa», denuncia Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona. «Il parere di un ufficio legislativo ministeriale non è però una fonte di diritto e non può produrre alcun effetto vincolante». Ora quindi, la palla passa a Regione e Comuni, ovvero agli enti preposti ad interpretare ed attuare la normativa. Federfarma, intanto, ha già annunciato mobilitazioni e iniziative per contrastare questa decisione. 
Ilaria Noro

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