mercoledì 19 dicembre 2012

Aria, l´Ulss 20 boccia trasporti e filobus: leggete qui...

LA NOSTRA SALUTE. 
L'allarme: in un anno superati i limiti inquinanti per 129 volte: nei 12 mesi precedenti erano stati solo 69.
Nel mirino traffico, smog e mobilità. 
Gli esempi virtuosi di Padova e Mestre. 
Più spazio a bici e metano.

Da l'Arena del 19/12/2012

Centoventinove giorni. Più di uno su tre. Tanti sono stati in città, nel 2011, gli sforamenti di Pm10, le polveri sottili inquinanti, rispetto al limite di legge, che tollera al massimo 35 giornate con concentrazioni di polveri sottili oltre i 50 micron. Un dato che emerge dalla relazione sanitaria dell'Ulss20, redatta dal dipartimento di prevenzione, relativa al 2011, che è stata presentata ieri. 
Un dato di rilevanza sanitaria perché gli effetti a breve e a lungo termine del respirare aria inquinata si manifestano sulla popolazione con un aumento dei ricoveri per malattie respiratorie e cardiocircolatorie, attacchi d'asma, sintomi cornici come tosse, catarro e bronchiti. 
La nostra salute è quindi strettamente legata alla qualità dell'aria. Per questo nella relazione dell'Ulss20 sono state inserite anche otto proposte per migliorare l'aria che respiriamo, molte delle quali sono connesse con un diverso modo di concepire il sistema dei trasporti, dal momento che il 50 per cento degli inquinanti è generato dal traffico automobilistico.
«Il netto incremento di giorni di sforamento del limite rispetto al 2010, in cui erano stati solo 69, può essere legato alle condizioni metereologi che, non ad un aumento dell'inquinamento», precisa Massimo Valsecchi, direttore dipartimento di prevenzione dell'Ulss20, «ma il dato rimane e così il suo rapporto con la salute dei cittadini».
Traffico di auto, bus intrappolati, vigili con la mascherina:
una mobilità diversa migliorerebbe ...
LE PROPOSTE. Da qui l'elenco di proposte di miglioramento: risparmio energetico, sfruttamento fonti geotermiche, uso del metano nei mezzi di trasporto, allontanamento dal centro di grandi attrattori di traffico come fiere o scuole superiori, realizzazione di un parco urbano alberato, grande polmone verde all´interno della città, incentivare l'uso delle biciclette e incrementare il sistema di trasporto pubblico, sperimentare in un quartiere periferico la riorganizzazione della mobilità».
L'ESEMPIO DI PADOVA E MESTRE. «Le politiche in atto non evidenziano un'inversione di tendenza a favore di un piano organico di potenziamento del trasporto pubblico e della ciclabilità», si legge nella relazione, «infatti i dati sui flussi di traffico indicano un continuo aumento del traffico veicolare. A Padova e Mestre si imposta un sistema tranviario come asse portante del trasporto pubblico, integrato con altri mezzi, mentre a Verona viene proposta un filobus, che andrà a diesel in centro storico».
NO PARK IN CENTRO. Bocciati anche i tanti nuovi parcheggi in realizzazione, che insistono sulle auto private come mezzi di trasporto principali. «La progettazione di parcheggi di ampie dimensioni nel centro di Verona confligge con gli obiettivi di miglioramento della qualità dell'aria e di riduzione della mobilità privata a vantaggio dei trasporti collettivi e ciclopedonali», sottolinea la relazione. Per la nostra salute è quindi auspicabile un nuovo sistema di trasporti, che si leghi anche ad un aumento del verde cittadino, determinando un sistema da percorrere in sicurezza.
«Nel 2011 ci sono stati in città 16 incidenti mortali, di cui quasi la metà ha avuto come vittime ciclisti e pedoni», conclude Valsecchi, «è di sicuro contraddittorio proporre di usare la bici se poi si rischia la vita».
Elisa Innocenti

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